Breve riflessione sulle Tradizioni

La nostra società si è retta, si regge e continuerà sempre a reggersi sulle tradizioni. Viviamo in gran parte su quello che ci è stato trasmesso da coloro che ci hanno preceduto. La tradizione è un insieme di scritti, di idee, di invenzioni, di abitudini, di modi d’essere alle quali ci riferiamo ancora oggi e che rappresentano l’eredità del passato. Qualcuno ha detto che la tradizione è un progresso che ha avuto successo. Non bisogna mai dimenticare che quello che facciamo e diciamo diventerà tradizione per chi verrà dopo di noi. Non ci si deve quindi accontentare di trasmettere ciò che si è ricevuto, bisogna aggiungere del nuovo.

Non ci si deve quindi accontentare di trasmettere ciò che si è ricevuto, bisogna aggiungere del nuovo.

In questo modo, ogni generazione abbandona una parte delle tradizioni del passato ed aggiunge qualcosa di suo. Custodire una tradizione non significa semplicemente conservare costumi ed usanze; custodire una tradizione non significa semplicemente rispolverare una memoria con qualche occasionale evento… custodire una tradizione significa sensibilizzare. Custodire una tradizione è sconfiggere l’indifferenza che porta alla sua graduale perdita, una tradizione non si rispetta riproducendone la formula, ma esaltandone i significati. E’ una missione volta ad instaurare uno stato mentale ed emotivo di consapevolezza delle proprie origini, nella società come nella singola persona. Alcuni tipi assai importanti di tradizione sono propri di un luogo, e non possono essere facilmente trapiantati. Si tratta di beni preziosi ed è assai difficile ristabilirli una volta che sono andati perduti.

Custodire una tradizione significa sensibilizzare.

Non a caso un antico ma più che mai attuale detto popolare recita così: “Meglio radere al suolo un intero paese, che sopprimere una tradizione”. Una vera tradizione non è la testimonianza di un passato concluso, ma una forza viva che anima ed informa di sé il presente. A volte, però, la si può perdere a causa del “sentirsi in obbligo”, del dovere di uniformarsi alle attuali abitudini di vita.

In questo quadro, assume un ruolo di fondamentale importanza l’ambiente in cui si cresce e che di conseguenza è il fattore che regola lo sviluppo ed il modo di porsi quotidiani. Tale ambiente spazia dalla famiglia in primis, passando per la scuola, fino ad arrivare alle amicizie: fulcri essenziali che dovrebbero, attraverso continui stimoli ed incitamenti, portare la persona a definirsi e soprattutto distinguersi per ciò che è, ma che più spesso, al contrario, indirizza verso un conformismo che inevitabilmente minaccia la sopravvivenza delle identità personali, dunque locali.

Bisogna pertanto insegnare che il distinguersi non dovrà mai e poi mai essere visto come uno svantaggio, come un fattore di debolezza, ma come un pregio che esalta la persona stessa. Non a caso l’illuminista Voltaire sosteneva che la nostra specie fosse così miserabile che quelli che camminano sul sentiero ben tracciato sempre lanciano pietre contro coloro che stanno provando ad indicare una nuova strada.

Un pregio che esalta la persona stessa.

Bisogna insegnare a valorizzare ed incoraggiare, favorendo la loro espressione, queste individualità personali; necessariamente vengono portate ad uno stato di consapevolezza  soltanto tramite crescita. Bisogna capire che talvolta ciò che apparentemente sembra un difetto, un limite, ad un’analisi più attenta può risultare una grande qualità. Bisogna capire che le tradizioni persistono soltanto per mezzo delle persone, e senza l’originalità caratteristica delle stesse, non ci può essere sopravvivenza. 

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